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Libri

Rafìla

Premio “Il Libro del Mare 2009”

di Elisabetta Montaldo
Editore: Dante & Descartes
Data di pubblicazione: 23 maggio 2008
Numero pagine: 280
ISBN: 978-88-6157-034-4
Dove trovarlo:
Dante&Descartes
NAPOLI
via Portalba 10 | via Mezzocannone 75
✆ 334 – 9507217

Un viaggio dell’anima

Rafìla è la storia di un viaggio che porta la protagonista adolescente prima a lasciare la propria casa e mettersi al servizio di Furuk – donna saggia e affascinante, pittrice di suggestive immagini sacre che vende a monaci e a mercanti saraceni – e poi l’isola in cui è nata e cresciuta, di cui ama ogni angolo, ogni colore e profumo, per partire alla scoperta del mondo.

Ma è anche un viaggio di formazione, che per tappe successive – scandite da incontri inaspettati, fughe precipitose e ritorni non meno avventurosi – la conduce a soddisfare il suo desiderio di conoscenza e a sottrarsi, di volta in volta, alle rigide regole della morale sociale e familiare.

Grazie al primo viaggio, quello “geografico”, lungo la rotta della nave di mercanti su cui si è lasciata rapire, visita porti e città dell’Islam, si addentra nei loro vicoli dove è facile imbattersi in sorprendenti avventure. Sono città già scintillanti di ori e di luci, ma dietro i portoni nascondono pericoli più insidiosi delle tempeste e degli incontri in mare con pirati a caccia di schiavi e merci preziose.

L’altro viaggio, quello “dell’anima”, le farà conoscere le tenerezze e le asprezze dell’amore: quello prepotente del suo amante e sposo Mansur, con i suoi slanci e i suoi tradimenti, l’amore interessato di Aziz e quello generoso di Wolfram, quello mistico e insieme passionale di Eric, quello maturo e fecondo dei figli di Furuk.
Le riserverà anche le gioie del cammino verso la sapienza: prima attraverso gli insegnamenti di El Najib, il proprietario della nave, poi con lo studio della medicina, fino a scoprire il suo talento per la poesia.

Due viaggi, insomma, ma una sola rotta, che non viene mai smarrita, nonostante le numerose vicissitudini.

Gli uomini di Rafìla sono capaci di slanci generosi e chiusure egocentriche che spesso li fanno cadere in contraddizioni e azioni ingiuste, il più delle volte legate proprio al loro ruolo di guerrieri, o di interpreti e rappresentanti di un ordine costituito, politico e religioso. Con due sole figure positive: il saggio El Najib, studioso e profondo conoscitore dei veri principi dell’Islam, appassionato dispensatore di insegnamenti che se osservati condurrebbero alla pacifica convivenza di popoli e tradizioni, e Mosè, il compagno di Furuk, che fa della tenacia e della tenerezza le irresistibili armi per sedurre una donna potente e creativa.

Le protagoniste femminili del romanzo sono figure di donne importanti e simboliche: la grande mercantessa Fatima, moglie di El Najib e madre di Mansur; la devota Niza, che insegna a Rafìla l’arte delle vesti e degli ornamenti; perfino le due schiave di Fatima in qualche modo lo sono, la sensuale e malinconica Balkis, che attira Rafìla in un capriccioso gioco di seduzione e tradimento, l’orgogliosa ed elegante Kikui.

Non ci sono date a scandire le vicende narrate. E tuttavia il tempo e l’epoca, così come i luoghi in cui gli eventi si svolgono, non sono mai incerti, per l’accurata documentazione storica e bibliografica su cui si basano le descrizioni di case, città, navi, abiti, biblioteche, riti e costumi. E sono, alla pari del viaggio, principalmente spirituali. L’epoca in cui i popoli dell’Occidente, il Popolo del Libro e la Casa dell’Islam – i cui rapporti e scambi sono il vero sfondo culturale che lega ogni capitolo della storia – sapevano convivere nonostante le reciproche diversità e diffidenze. Ma anche l’epoca in cui coloro che, da una parte e dall’altra, infrangeranno queste regole di tolleranza sono già all’opera con i loro bellicosi fanatismi.

Per questo l’inaspettato e sorprendente finale, il ritorno all’isola dopo tante avventure, rumori di guerre e tentativi di pace, è in realtà, soprattutto, simbolicamente, un nuovo inizio, in cui non è difficile scorgere una necessità e un desiderio più che mai attuali.

Documentario “L’oro del mare”

di Renato Muro

Presentazioni 2008

  • Maggio, Istituto Cervantes, con Silvia Acocella
  • Giugno, Libreria Bibli, con Raffaele La Capria
  • Luglio, Hotel La Vigna, Procida, musica e letture
  • Luglio, Caffè Arabo, Napoli, con Omar Suleiman
  • Agosto, Albarella incontra l’autore
  • Settembre, Fiera delle Parole, Rovigo, con Dario Pappalardo
  • Ottobre, Studio Ostet, Genova, con Giuliano Montaldo
  • Ottobre, Rinascita, Roma, con Simona Torretta
  • Novembre, Tra le righe, Roma, con Simona Torretta
  • Dicembre, Hotel Sardegna, Cagliari, con Sergio Frau e Radhouan Ben Amara

Recensioni

Raffaele La Capria sul Corriere della sera - 3 luglio 2008

Parte dall’isola di Procida il romanzo di Elisabetta Montaldo fondato su rigorose basi storiche. Anno mille, epopea mediterranea cantata al femminile.

“Procida è un’isola di miti e leggende, è L’isola di Arturo, l’isola di Elsa Morante, di Toti Scialoia, di Cesare Brandi, che vi elessero la loro dimora. Ed è l’isola di Vera Vergani che rinunciò per amore di un bel l’ufficiale di marina procidano alla sua stre pitosa carriera teatrale, e si ritirò nell’isola dove felicemente e senza rimpianti visse e morì.

Adesso una nipote di quell’attrice, Elisabetta Montaldo, figlia del regista, anche lei innamorata dell’isola e delle sue suggestio ni ha scritto una incantevole favola che partendo appunto da Procida si svolge come una cronaca antica in un Mediterraneo lontanissimo, intorno all’anno mille, un Mediterraneo dove confluiscono diverse civiltà, quella giudaico cristiana, quella islamica e quella bizantina, una accanto all’altra, e s’incontrano e si scontrano e spesso si fondono, dando spazio alle peripezie di Ràfila, una fanciulla che vive in queste pagine rapide e lievi come il suo nome. Rafila è il titolo del libro pubblicato da Libreria Dante & Descartes (pp. 338, € 15), e già l’immagine orientaleggiante di copertina ci suggerisce il tono di questa favola.

L’amore e il desiderio di libertà portano Rafila a fuggire da Procida, dalla casa dove si sente prigioniera, e a imbarcarsi su una nave che naviga lungo le coste di quel Mediterraneo, e corre molte avventure, incontra molti personaggi da cui apprende l’amore e la saggezza, il bene e il male. Il suo è insomma un viaggio di formazione, di educazione alla vita, dove l’essere donna è il dato fondamentale che muove ogni pensiero e ogni moto dell’anima. E muove anche la scrittura, perché l’elemento femminile si insinua in qualche modo anche nella scrittura e le da forma.

Una scrittura piena di grazia che tocca i sentimenti eterni ed immutabili come l’amore, la gelosia, il sacro e il profano.

Ho detto che questo libro si svolge come una favola orientale, ne ha la dolcezza e la malia, ma pur trattandosi di una narrazione fiabesca è giocato su molti spunti che un’accurata ricerca storica, fatta anche con l’aiuto di specialisti, ha fornito alla fantasia della scrittrice. Tutto è riferito a fatti, costumi, rapporti sociali, geografia, veri e riscontrabili nei testi, anche se si tratta di un periodo oscuro e spesso indecifrabile di un passato che molto ci riguarda.

Leggere questo libro è come essere tra sportati da una corrente marina che dalle coste dell’isola di Arturo si stacca e tocca paesi, popoli e città di un Mediterraneo che finora nessuno aveva descritto così.

Valeria Parrella su Grazia - 3 giugno 2008

Folgorati da Rafìla.
Rafila indossa il velo, la conosciamo poco più che bambina, leggermente zoppa,mentre tenta di fuggire da casa. Rafìla vive in un’isola che pensa di conoscere e invece rivela sempre nuove strade e scenari, divisatra monaci e arabi dell’Isiam. Spinta da un afflato di libertà ed emancipazione, comincia il suo viaggio. Che ha l’odore di piante che per noi sono solo nomi esotici, di sapori evocativi e ha la forza della sua protagonista, che sa un po’ di arabo e un po’ di latino e fa tesoro di qualunque esperienza e di qualunque parola come riserva vitale. Un romanzo di tale compiutezza formale e linguistica che si stenta a credere sia un esordio.

Maria Grazia Ligato su Io Donna - 15 novembre 2008

Ha il profumo del vento caldo del Mediterraneo la storia di Rafìla, nata su un’isola, abbandonata dalla madre e cresciuta da un’artista scombinata e sapiente. Siamo nei dintorni dell’anno Mille, dal mare viene il pericolo ma anche la libertà. Rafìla si innamora dell’arabo Mansur e lo segue sulla sua nave.

L’autrice, figlia d’arte e costumista pluripremiata, mescola il gusto del bello con il viaggio alla scoperta di terre sconosciute. Svolgendo il filo di un racconto sognante e sensuale.